IL TARASSACO

31.03.2021



Dillo...anche tu l'hai soffiato!!

Lo abbiamo sempre visto come un gioco da bambini, come un banale fiore da ragazzi e come una rottura di scatole in giardino da adulti, ma cosa non sappiamo del tarassaco??

Se continuiamo con la più vera della frasi "la natura ci da tutto quello che ci serve e al momento giusto", dovremo fermarci e chiederci il perché di quest'erba così presente ovunque e soprattutto in primavera.

L'inverno, si sa, è la stagione dove si eccede sempre un po' di più rispetto alle altre stagioni, tra mille festività e minor movimento fisico, quindi il nostro organismo sente la necessità di essere depurato e preparato all'estate!!

Vediamo allora un po' chi è questa misteriosa erba.

II tarassaco è il notissimo fiore giallo dei prati, i cui frutti formano il soffione con cui si divertono appunto i bambini.

I frutti sono dotati di una corona di peli (pappo), inserita su un lungo peduncolo, che poi diffonde i frutti con il vento come un paracadute.

Guardandolo sotto l'aspetto di droga si impiega la radice contusa insieme con la pianta, Radix Taraxaci cum Herba.

La radice è una tipica radice a fittone, che penetra profondamente nel terreno.

Infatti ogni giardiniere che tenti di estirparla deve ricorrere alla vanga o meglio ancora a un estirpatore di radici, altrimenti la parte inferiore della radice del tarassaco rimane nel terreno e riemette un nuovo germoglio.

Le foglie di tarassaco, invece, costituiscono una popolare insalata primaverile.

Hanno un gradevolissimo sapore amaro aromatico e si mangiano sia da sole che insieme con crescione e altre erbe primaverili da tempi immemorabili.

Fino a tempi recentissimi non si sapeva su che cosa si basasse il loro effetto e perciò si consideravano ormai obsolete.

Poi, però, soprattutto con l'introduzione della ricerca sulle vitamine, si sono trovate in queste piante primaverili abbondanti vitamine, in particolare vitamina C, e si è quindi ritenuta più fondata la loro azione terapeutica.

Ultimamente poi si è scoperto che queste vitamine forniscono solo una parte degli effetti positivi.

Proprio il tarassaco è un esempio tipico di come una pianta officinale non possa essere caratterizzata solo da un principio attivo, ma solo la somma di un grande numero di principi diversi determina la vera e propria azione specifica.

Così nel tarassaco si sono trovate, accanto alle già note sostanze amare e vitaminiche, anche delle sostanze ad azione enzimatica che stimolano l'attività delle grandi ghiandole, soprattutto fegato e reni.

Ma la loro azione va addirittura oltre!!

Devono essere considerate capaci di stimolare il metabolismo cellulare complessivo.

Questo naturalmente è osservabile con particolare intensità nelle grandi ghiandole corporee, tuttavia questo effetto è presente anche in altri distretti dell'organismo.

Attualmente possiamo attribuire al tarassaco anche un tropismo connetti-vale e su questo si fonda l'azione del tarassaco nelle artrosi.

Così, come favorisce la secrezione renale, quindi agisce come diuretico, il tarassaco incrementa anche la secrezione epatica, quindi agisce come colagogo.

E così confermata anche l'esperienza del passato, che considerava il tarassaco un buon rimedio per i disturbi biliari.

Ma c'è anche un altro campo di impiego specifico che alla luce degli studi odierni si presenta come sufficientemente fondato, quello della tendenza alla formazione dei calcoli biliari.

Il tarassaco è in grado di influire non sul calcolo già formato, bensì sulla predisposizione alla formazione di calcoli, quindi sulla diatesi.

Di ciò è probabilmente responsabile in primo luogo la sopra descritta azione sul metabolismo e sulla cellula.

Non è difficile comprendere che un tale effetto si possa ottenere solo in periodi di tempo piuttosto prolungati.

Si dovrà dunque somministrare il tarassaco come terapia in tutti quei casi, per almeno 4-8 settimane.

E' opportuno anche dare una cura di tarassaco in primavera ed eventualmente ancora in autunno.

E nella natura di queste patologie la difficoltà di riuscire a fondare l'azione di un simile trattamento, ma rimane il fatto che i malati, dopo una cura di tarassaco, si sentono più leggeri; i disturbi alla regione superiore destra dell'addome spariscono e la tendenza alle ricadute scompare o almeno diviene chiaramente più rara.

Riassumiamo quindi un paio di punti

La pianta

Tra le più importanti sostanze che si possono trovare nelle foglie e nella radice di Tarassaco ci sono:

  • triterpeni e steroidi
  • flavonoidi (glicosidi dell'apigenina e luteolina)
  • vitamine (A, B1, B2, C, E, K)
  • calcio e potassio
  • taraxacosidi
  • acido linolico e linoleico

Queste sostanze rendono il tarassaco un efficace diuretico e antinfiammatorio, in particolare sono noti i suoi effetti benefici sul fegato e contro le infezioni virali.

Le proprietà

Grazie alla presenza di vitamine, sali minerali, tarasserolo e steroli ed altri elementi il tarassaco è riconosciuto come la pianta officinale più indicata per la depurazione dell'apparato digerente in quanto:

  • stimola la funzionalità biliare;
  • depura fegato e reni dalle tossine;
  • favorisce la digestione e la diuresi.

Un ulteriore aiuto che il tarassaco apporta al nostro organismo è dato dalla presenza delle vitamine A e K per i loro effetti benefici sul sangue: se la vitamina K favorisce la coagulazione, la vitamina A contribuisce alla regolazione della crescita delle cellule.

I benefici

Indicato soprattutto durante i cambi di stagione, il tarassaco è un rimedio naturale utilizzato principalmente:

  • in casi di insufficenza epatica, calcoli biliari e itterizia;
  • per combattere ritenzione idrica e cellulite, favorendo la diuresi;
  • per contrastare la stitichezza.

Depurando l'organismo attraverso l'eliminazione delle scorie (tra cui colesterolo e acidi urici), il tarassaco viene considerato una pianta epatoprotettiva. La sua azione purificante, antinfiammatoria e disintossicante sul fegato viene utilizzata per il trattamento di disturbi digestivi di varia natura.

L'attività diuretica del Taraxacum officinale, nota anche nella tradizione popolare che nel tempo ha attribuito alla pianta il nome "piscialetto", contribuisce anche all'eliminazione dei liquidi in eccesso grazie alla presenza di flavonoidi e dei sali di potassio che rendono il tarassaco consigliato per contrastare la ritenzione idrica, in associazione ad uno stile di vita sano e ad un po' di attività fisica.

Inoltre è utilizzato anche per il trattamento della stitichezza in quanto favorisce la produzione di secrezioni delle ghiandole dell'apparato gastroenterico (dalla saliva ai succhi gestrici) così come la muscolatura dell'apparato digerente, favorendo la purificazione dell'organismo e stimolando un'azione lassativa.

Controindicazioni

L'uso del taraxacum officinale è generalmente tollerato dal nostro organismo, ma è da evitare in caso di:

  • gastrite o ulcera peptica;
  • gravidanza o allattamento;
  • assunzione di altri farmaci (se non sotto consiglio medico);
  • allergia alle piante della famiglia delle Asteracee.


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